
Una autovettura nuova?
Accendi il cellulare allora!
Dispositivi dotati di una connessione wireless e di protocolli di trasmissione sono presenti in tutti gli oggetti che ci circondano. Con o senza il nostro consenso “le cose” hanno una loro connessione e scambiano dati, informazioni e servizi ad altri oggetti e altri device..
Vuoi accendere l’aria condizionata della tua macchina per raffreddare l’abitacolo da remoto? . Un chip dentro la tua macchina espone sul web questo interruttore .. se hai le password e fai la giusta richiesta (o usi il giusto programma) lo puoi fare ..
Fin qui tutto foriero di miglioramenti funzionali e avanzamenti tecnologici che alzano l’asticella della sicurezza, della comodità, della guidabilità delle autovetture .. ma oltre a questo cosa c’è?
Autovettura elettrica a Palermo?
Acquista la tua corrente dai pannelli solari di una villetta di Pordenone!
Qui parliamo di soluzioni attive in altri paesi europei e in fase di test in Italia.. Ci piace pensare alla grande e pensare che ciò che è possibile dal punto di vista tecnologico vada gestito al meglio dal punto di vista normativo superando le logiche dei mercati protetti.
Il mercato protetto da aprire è quello della distribuzione dell’energia elettrica.
Si sosteneva che essendo l’energia un bene indistinto, essendo ovvie le economie di costi create da un’unica rete di distribuzione, la distribuzione dell’energia fosse da centralizzare.
Poi arrivarono le blockchain e le microgrid ..
Le blockchain che ci riguardano sono catene di informazioni (scritte in automatico, nel nostro caso) contenenti la produzione elettrica immessa in rete dai grossi come dai piccolissimi centri di immissione (anche le case dotate di fotovoltaico ad esempio) presenti nel territorio.
Tralasciamo la descrizione della sicurezza dell’informazione e della sicurezza dell’avvenuta cessione del bene..
Fatto sta che quando faremo il pieno di corrente elettrica nella nostra località del sud Italia, la nostra scheda dell’autovettura preposta alla scrittura della blockchain, in collaborazione con i chip della nostra colonnina, chiuderanno l’anello della blockchain del microfornitore del nord Italia e completeranno la transazione in automatico.
Certo i pagamenti rimarranno centralizzati se lo vorremo, ma la relazione uno a uno per un bene così etereo come la corrente elettrica la dice molto sulle potenzialità dell’internet delle cose.
Con l’internet delle cose sono in arrivo nuovi equilibri e nuove questioni di etica e di privacy..
Ok mettiamola così .. siamo alla guida di un’autovettura e siamo molto stanchi .. in un rettilineo incrociamo un’altra autovettura che proviene dal senso opposto e per un calo nell’attenzione corriamo e facciamo correre un grosso rischio di incidente.
Bene le parti coinvolte sono due .. Noi guidatori stanchi e sanzionabili e gli altri incidentali guidatori, potenzialmente vittima delle nostre scelte gravi ..
Ipotizziamo adesso che entrambe le autovetture coinvolte nel probabile scontro abbiano un rilevatore di stanchezza e che il nostro lampeggi già da qualche minuto. Incrociando l’autovettura dei malcapitati , anche in questo caso corriamo e facciamo correre dei pericoli.
Oggi i sensori di stanchezza hanno dei protocolli di trasmissione come molte altre cose assurde e impensabili. Lo sterzo, il regolatore di posizione del sedile, le telecamere per la guida assistita .. e l’auto il gps o altri sistemi che comunicano la prossimità del rischio.,
La domanda che dovremo porci é: Quali informazioni sulla nostra capacità di guida vogliamo rendere pubbliche, superando la logica della privacy e della riservatezza? E quando questi dati devono essere pubblicati?
Un equilibrio estremo potrebbe essere trovato con la segnalazione dell’infrazione alle autorità (stato di salute momentaneo non consono) e la riduzione delle prestazioni della nostra autovettura prima di incrociare qualsiasi altra auto.
Oppure l’automobilista che va a incrociaci potrebbe ricevere un alert per moderare a sua volta la velocità o per accostare .
Ma in generale siamo disposti a limitare le nostre libertà per dei segnali provenienti da sistemi automatici di controllo ?
Vi sono dei grossi rischi e dubbi nel comprimere le nostre azioni per dei sensori che trasmettono il nostro stato di salute.
Di fatto però ciò già avviene .. i social raccolgono quotidianamente informazioni sul nostro stato emotivo elaborando le nostre attività di navigazione ..
Altresì in Cina il Covid è stato affrontato anche grazie all’assoluta compressione delle libertà personali a fronte della salvaguardia di un bene collettivo superiore.
La tecnologia permette tutto questo, ma non dimentichiamo che uno strumento rimane uno strumento. E’ l’uomo che decide se farlo diventare un’arma per colpire o un oggetto per migliorare la propria esistenza.
Il come definire quali sono i beni collettivi superiori e quando salvaguardare la salute degli altri limitando la nostra sfera delle libertà personali é ciò che farà la differenza tra i sistemi democratici e non.
Un nuovo equilibrio normativo e sociale dovrà essere trovato.
Prepariamoci all’internet delle cose e ai suoi sviluppi .